Il civico giusto

ROMA

La storia di una idea che diventa realta'. Lo scopriamo attraverso il racconto del suo ideatore Paolo Masini e dell' artista Dante Mortet realizzatore dell'opera.

Il civico giusto

Durante l'occupazione nazifascista, a Roma, in Italia e in Europa, le persecuzioni costrinsero alla fuga e alla clandestinità centinaia di migliaia di persone. Per molte fu una tragica fuga a breve termine, stanate come prede spaurite, furono indirizzate verso i campi di lavoro, di concentrazione, di sterminio. Ma per altre ci fu una storia diversa. Una storia di fratellanza, di amore, di solidarietà che il nostro progetto intende celebrare e onorare raccontando e ricostruendo la vicenda di quanti accolsero queste persone, a volte sconosciute, nel cuore delle loro case, offrendo loro un nascondiglio e mezzi di sostentamento, rischiando la propria vita, senza chiedere nulla. Anche per lunghi mesi.
Per onorare la memoria di alcuni di loro le comunità ebraiche di molti Paesi, e prima fra tutti quella di Israele, hanno ideato il "Giardino dei Giusti", luoghi di laica sacralità dove vengono piantati alberi sempreverdi a loro dedicati. Il primo giardino è stato quello di Yad Vashem, con il suo "Viale dei Giusti" costellato da alberi di carrubo. Una scelta non casuale, il carrubo, infatti, impiega 70 anni a produrre i suoi frutti, ed è un simbolo di fecondità e solidarietà.
Ma di queste donne e questi uomini, altruisti fino all'eroismo, e di molti altri, il ricordo è sbiadito quando non addirittura ignoto nei quartieri dove hanno vissuto, in quelle stesse case in cui hanno abitato e in cui hanno ospitato coloro che erano considerati avversari dal nazifascismo. Case ora abitate da altri, in altri tempi, con altre storie, spesso ignari di quello che quelle stesse mura hanno visto e vissuto.
"Il Civico Giusto", partito da un'intuizione di Paolo Masini e Fabrizio Fantera, figlio del Giusto Bruno Fantera ricordato allo Yad Vashem, è un progetto che vuole rendere omaggio proprio a quei cittadini eroici che, in tutta Europa, non hanno fatto finta di non vedere durante uno dei momenti più drammatici per il nostro continente. Non hanno voltato la testa dall'altra parte. Donne e uomini che, a rischio della propria vita, hanno nascosto anche per mesi, ebrei, partigiani, ricercati politici senza chiedere o ricevere nulla in cambio. Donne e uomini che non si sono chiesti quale fosse la religione o da dove venissero coloro che facevano entrare, semplicemente scegliendo di aprire la porta a esseri umani come loro.
"Il Civico Giusto" è dunque un luogo dove qualcuno ha disobbedito a un violento ordine esterno per lasciar prevalere una rischiosa disposizione interna: proteggere un perseguitato ed esporsi alla persecuzione. Tutto ciò presuppone il nascosto: si copre il protetto e si cela l'evento, perché meno tracce restano meglio è.
Questa attitudine si è mantenuta anche dopo la fine della guerra e il ritorno alla quotidianità: la maggior parte di queste coraggiose persone ha tenuto per sé gli avvenimenti, ritenendoli comportamenti "normali" in una situazione eccezionale di cui non valeva la pena parlare.
Anche la memoria, con i suoi esempi, però, rischia così di essere sepolta nel silenzio della storia e non esistere più. Quei gesti, invece, hanno cambiato destini e vite e dunque hanno seminato il mondo. Il progetto "Il Civico Giusto" ha l'ambizione di riportare nei loro quartieri e nelle loro case, quegli "alberi" affinché i loro frutti possano maturare nelle coscienze delle nuove generazioni e spandere nuovi semi di solidarietà, inclusione e fratellanza. Questo è il motivo per cui è stato scelto come simbolo il carrubo, l'albero che ricorda molti di loro nei "Giardini dei Giusti" di tutto il mondo. L'obiettivo è quindi quello di "segnare e riconoscere" in maniera tangibile, quelle case che, grazie al coraggio degli abitanti, sono stato il sicuro rifugio di chi veniva braccato dai nazifascisti.
Un progetto dal respiro europeo che prende l'avvio da Roma e che, attraverso la ricerca e la raccolta delle testimonianze, ha l'ambizione di proporsi a tutto il continente per testimoniare che, anche nei periodi più bui della storia, ci saranno sempre persone che manterranno accesa la fiaccola dell'umanità.
Una vera e propria banca dati per la città che, attraverso un portale dedicato (www.ilcivicogiusto.it ), inciderà quelle storie nell'anima di Roma per sempre. Un luogo a disposizione di tutti coloro interessati a conoscere e ad approfondire la documentazione raccolta e dare anche il proprio contributo: il data base di libera consultazione infatti sarà arricchito attraverso un lavoro costantemente in progress (mail: ilcivicogiusto@romabpa.it). .

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